Emanuele, Autore presso Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/author/emanuele/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Sat, 10 May 2025 21:30:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.3 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Emanuele, Autore presso Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/author/emanuele/ 32 32 Guerra India Pakistan https://www.investire-certificati.it/guerra-india-pakistan-rischi-economici/ Sat, 10 May 2025 18:49:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37393 Timori di guerra fra India e Pakistan. Purtroppo, in questi ultimi giorni, c’è stata una nuova escalation ed il rischio di una nuova guerra India – Pakistan non è da sottovalutare. I paesi occidentali provano ad evitare il conflitto. La tregua durerà? Focus sul tema e sui possibili impatti economici. Introduzione L’escalation degli ultimi giorni […]

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Timori di guerra fra India e Pakistan. Purtroppo, in questi ultimi giorni, c’è stata una nuova escalation ed il rischio di una nuova guerra India – Pakistan non è da sottovalutare. I paesi occidentali provano ad evitare il conflitto. La tregua durerà? Focus sul tema e sui possibili impatti economici.

Introduzione

India
L’India

L’escalation degli ultimi giorni rischia di scatenare una guerra fra India Pakistan. La situazione è particolarmente grave, anche perché entrambe le nazioni sono dotate di armi atomiche. L’insofferenza tra questi due popoli non è però nata ultimamente: è da oltre settanta anni che le due nazioni sono in rapporti tesi ed ostili.

Fino al 1947 le due nazioni erano unite in una unica, sotto il protettorato britannico. Dopo l’autonomia avvenne anche la separazione tra India e Pakistan. La divisione non fu indolore: causò infatti migrazioni, sofferenze e massacri, su base etnica e religiosa.

Una delle maggiori cause di conflitto fu la regione del Kashmir. Quest’area è infatti stata oggetto di rivendicazioni da parte di entrambe le nazioni, già belligeranti di loro. Infatti ci sono già state alcune guerre: una subito dopo l’autonomia tra il 1947 e il 1948, una nel 1965, una nel 1971 (in cui il Pakistan fu costretto a concedere l’autonomia al Bangladesh) ed una nel 1999.

Non sono mancate anche insurrezioni armate e conflitti minori negli ultimi decenni. La regione del Kashmir attualmente è divisa tra i due stati, per ragioni storiche, nonostante la maggioranza mussulmana. Gli indiani accusano il Pakistan di sostenere le insurrezioni e dal 2019 il governo di Nuova Delhi ha revocato l’autonomia speciale alla regione, causando ulteriori tensioni (per quanto la decisione sia stata apprezzata dal resto del Paese).

Guerra India Pakistan: le ultime notizie

Pakistan
Il Pakistan

Il 22 aprile scorso c’è, purtroppo, stato un attentato nella regione del Kashmir che ha causato 25 vittime indiane ed una nepalese. Questo massacro è stato rivendicato da un nuovo gruppo che si fa chiamare “Fronte della Resistenza”. Gli indiani hanno accusato il Pakistan di affiancare gli organizzatori (senza fornire prove pubblicamente). Il Pakistan ha negato e l’India ha ridotto le dichiarazioni diplomatiche, sospeso la condivisione delle acque e adottato altre misure punitive. I pakistani hanno reagito sospendendo la possibilità di sorvolare il loro spazio aereo allo stato vicino ed avverso, oltre all’ imposizione altre sanzioni economiche.

L’India ha poi deciso di passare alle vie di fatto con attacchi missilistici contro degli “obiettivi terroristici”, causando almeno 38 morti (26 pakistani e 12 indiani). Le reazioni pakistane sono in fase di sviluppo e si preannunciano gravi. Sperando che si possa raggiungere presto una pace giusta e duratura, proviamo ora ad analizzare le possibili conseguenze di un aggravamento della situazione. Purtroppo questo sembra molto probabile: quindi cosa potrebbe succederebbe con una guerra India Pakistan?

Guerra India Pakistan: possibili impatti

Per quanto entrambi i paesi abbiano tra i 150 e i 170 ordini nucleari, la situazione fra India e Pakistan è differente.

Economia Pakistan
Grafico crescita e dell’inflazione pakistana (fonte FMI)

L’India è diventato lo stato più popoloso al mondo e da anni, con alcuni occasionali rallentamenti, sta vivendo un momento di crescita economica e sta riuscendo ad attrarre investitori, anche grazie agli scenari macroeconomici attuali. Basti pensare al fatto che Apple vorrebbe spostare la produzione di Iphone dalla Cina all’India, per ridurre gli impatti della guerra commerciale, a base di dazi, di Donald Trump.

Secondo molti analisti l’India ha tutto quello che può servire per riuscire a diventare una super potenza economica e militare nei prossimi anni, superando anche il Giappone e ponendosi come seconda forza asiatica. Altri invece evidenziano delle perplessità sulla nazione (inflazione e disoccupazione su tutte).

Per quanto riguarda il Pakistan invece la previsione della crescita 2025 del Pil è del 2,6%. Lo stato, per quanto molto popoloso, non sta vivendo una crescita esponenziale, anche perché la crescita è già stata rivista al ribasso, anche a causa dell’inflazione.

Eventuali scenari di guerra India Pakistan potrebbero impattare le economie, soprattutto se venissero colpite le infrastrutture chiave dei due paesi. In generale, possiamo dire che solitamente turismo, settori energetici ed infrastrutturali e la finanza vengono danneggiati dalla guerra, così come si allontano anche gli investimenti: difficilmente si andrà ad aprire uno stabilimento produttivo in un luogo dove cadono bombe.

Viceversa tecnologie, cybersecurity e ovviamente gli armamenti vengono potenziati in fase di guerra. Inoltre, dopo i tristi eventi bellici, bisogna ricostruire quanto distrutto, quindi è possibile anche un effetto positivo sull’industria delle costruzioni.

Guerra India Pakistan: prospettive

Ovviamente tutti speriamo ancora che la diplomazia possa trionfare e fermare le armi prima che sia troppo tardi e numerose vite possano essere quindi salvate. Se, purtroppo, dovesse scoppiare una guerra fra India e Pakistan non è possibile prevedere gli effetti sia per quanto riguarda eventuali escalation esterne ai paesi che sotto un profilo economico.

Anche senza l’uso delle armi atomiche i disastri umani ed economici sarebbero devastanti. Alcuni settori come detto potrebbero essere più impattati di altri (alcuni anche favorendone la crescita). Come sempre, anche in caso di guerra è molto opportuno diversificare il portafoglio per ridurre i rischi. Le ragioni di questo conflitto si possono anche attribuire a una pessima gestione post-coloniale, ma in questo momento di tensione e conflitti globali bisognerebbe riuscire a trovare uomini e donne capaci di costruire ponti tra le varie civiltà, capaci di portare pace e prosperità anziché missili, guerre e distruzione.

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IG Italia: una guida gratuita sulle opzioni Barrier Knock-Out  https://www.investire-certificati.it/ig-italia-guida-gratuita-sulle-opzioni-barrier-knock-out/ Wed, 02 Apr 2025 11:04:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37034 Una guida gratuita per scoprire il trading: ecco la novità in arrivo da IG Italia, broker leader nel trading online. Lo strumento finanziario che viene approfondito in questo libro sono le opzioni Barrier Knock-Out. Cosa sono le opzioni Barrier Knock-Out  Le Opzioni Barrier Knock-Out sono degli strumenti finanziari che consentono di operare a leva al […]

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Una guida gratuita per scoprire il trading: ecco la novità in arrivo da IG Italia, broker leader nel trading online. Lo strumento finanziario che viene approfondito in questo libro sono le opzioni Barrier Knock-Out.

Cosa sono le opzioni Barrier Knock-Out 

Le Opzioni Barrier Knock-Out sono degli strumenti finanziari che consentono di operare a leva al rialzo o al ribasso sul sottostante, con un rischio limitato e stabilito in anticipo. A differenza di altri derivati finanziari, queste combinano la semplicità operativa con una gestione precisa del rischio, rendendole uno strumento utile sia per i trader principianti che per quelli più esperti, soprattutto dopo aver letto questa guida.

Come scaricare la guida gratuita di IG Italia

trading

La guida di IG Italia, come anticipato è fornita gratuitamente ed è accessibile a questo link. La guida fornisce una panoramica sul funzionamento della leva finanziaria e del livello knock-out per la gestione del rischio, sui mercati disponibili per operare con questo strumento e sulle strategie più comuni che possono essere messe in atto dagli investitori.

Articolata in 7 capitoli che spaziano dalla teoria alla pratica, la guida dettaglia in primo luogo la struttura e le componenti di questi strumenti, concentrandosi poi sulla fase di trading, analizzando le strategie e la gestione del rischio attraverso esempi pratici che possono essere applicati all’operatività, per permettere agli investitori di avere spunti operativi per il trading.

Chi è IG Italia

IG Italia è una società che da numerosi anni è leader nel settore del trading e si occupa anche di fornire formazione ai suoi clienti, per favorire un uso consapevole degli oltre 17.000 mercati finanziari (tra cui indici, forex, azioni e materie prime) che mette a disposizione degli investitori. IG Italia fa parte di IG Group (LSE:IGG), una società fintech globale del FTSE 250.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Conviene Investire sulle azioni su Tesla? https://www.investire-certificati.it/conviene-investire-su-tesla/ Mon, 31 Mar 2025 09:46:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=36914 Alla luce dei recenti andamenti in Borsa conviene ancora investire sulle azioni di Tesla? Perché il titolo sta seguendo questo andamento? Cosa potrebbe farlo tornare in auge? Analizziamo assieme l’attuale situazione della compagnia di Elon Musk, CEO di Tesla. Investire ancora su Tesla? L’attuale situazione Il 2025 non si è aperto nei migliori dei modi […]

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Alla luce dei recenti andamenti in Borsa conviene ancora investire sulle azioni di Tesla? Perché il titolo sta seguendo questo andamento? Cosa potrebbe farlo tornare in auge? Analizziamo assieme l’attuale situazione della compagnia di Elon Musk, CEO di Tesla.

Investire ancora su Tesla? L’attuale situazione

Il 2025 non si è aperto nei migliori dei modi per Tesla. In Borsa infatti il suo titolo ha subito dei pesanti ribassi, anche a causa dei comportamenti, alle volte sopra le righe, del suo fondatore Elon Musk. L’incarico nel Ministero per l’Efficienza USA ha segnato l’Azienda, generando addirittura attacchi fisici alle automobili green made in USA e l’associazione del brand, da parte di alcuni attivisti, addirittura al nazismo.

Bisogna ricordare che, a seguito dell’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Donald Trump il titolo aveva subito delle forti pressioni rialziste che aveva portato a dei picchi nella seconda metà di dicembre 2024 a ridosso dei 500 dollari per azione. Altrettanto brusca la discesa di inizio marzo, con le azioni di Tesla che hanno fatto registrare perdite fino al 55% dai massimi.

Non bisogna dimenticare un drastico calo delle vendite in Europa, in Cina, in Canada e in alcune aree degli States. Probabilmente non è un caso che molte di questi Paesi siano stati colpiti (o stiano per esserlo) dai dazi di Donald Trump. Infine non bisogna dimenticare la pessima figura fatta dal colosso Usa col Cybertruck, con oltre 46.000 macchine richiamate e con una gestione dubbia di alcune partite di bilancio.

Nonostante ciò nella giornata del 24 e 25 marzo c’è stato un netto rialzo nelle quotazioni di Borsa del titolo, cui ha fatto seguito un nuovo tonfo dopo l’annuncio di dazi al 25% su auto importate negli USA e su tutta la componentistica. La discesa della borsa di questi giorni sta decisamente coinvolgendo anche le azioni di Tesla in borsa.

Investire ancora su Tesla? Le cause della discesa

Come detto, i pessimi andamenti di febbraio e marzo non sono stati dettati dal caso. Analizziamo ora meglio le possibili cause di questo trend ribassista per le azioni di Tesla, che appare legato a numeri in peggioramento per quanto riguarda le vendite di auto, ma anche alla controversa figura di Musk e ai dazi di Donald Trump.

Il crollo delle vendite di Tesla in Europa e Asia

I numeri di Tesla sono chiari: in Europa le vendite sono crollate. Nei primi due mesi del 2025 Tesla ha venduto circa la metà dei veicoli rispetto al periodo precedente. Le cose non vanno meglio in Asia, con Tesla che ha dimezzato le vendite anche lì. In Asia pesa la concorrenza di BYD, oltre al rallentamento globale. Da un lato un trend che coinvolge l’intero settore automobilistico, mentre in Europa potrebbe pesare anche l’iper-esposizione mediatica di Musk, più concentrato sulla politica che sulla casa automobilistica.

La figura di Musk

Elon Musk Tesla

Elon Musk, la persona che possiamo identificare come l’incarnazione umana del brand Tesla, essendosi così strettamente legato a Trump negli ultimi anni ha di fatto associato anche la sua Società al leader dei Repubblicani.

Le azioni a sostegno di Trump sono state numerose: a cominciare dalla riapertura del suo profilo Twitter divenuto poi X; al sostegno totale durante la campagna elettorale del 2024 e, per finire, come membro del Gabinetto di Governo Usa nella nuova Presidenza USA. Questo ha provocato l’antipatia di numerosi attivisti che hanno protestato pacificamente e vandali e teppisti che sono arrivati a distruggere ed infuocare automobili, colonnine di ricarica ed altri beni marchiati Tesla.

I dubbi sul bilancio di Tesla

Negli ultimi mesi sono state rivelati alcune discrepanze nel bilancio di Tesla che hanno insospettito gli investitori. Restano ancora da essere fornite risposte per una differenza da 1,4 miliardi di dollari e sussistono anche alcuni dubbi sulla gestione del debito. I ricavi ed i profitti di Tesla a bilancio sono davvero corretti? Sul tema rimandiamo a questo articolo di Milano Finanza.

Inoltre, come accennato in precedenza, le vendite sono in netto calo in alcune zone strategiche del globo, come Europa, Cina e Canada. Questo sia per le politiche macroeconomiche mondiali, sia per la forte crescita di altre case automobilistiche green.

I problemi ai Cybertruck

Tesla Cybertruck

La progettazione dei Cybertruck era già stata lunga e complicata. Le difficoltà nella produzione di queste automobili dal design futurista e squadrato sono piuttosto evidenti. Nella seconda metà di marzo 2025 sono state richiamate ben 46.000 mezzi perché si è riscontrato che alcuni pezzi di acciaio inossidabile si staccano dalla loro postazione. Il problema è quindi legato alla carrozzeria, soprattutto per il pezzo che si trova sul tettuccio che non garantisce le performance necessarie. Il danno d’immagine è piuttosto evidente.

Investire ancora su Tesla? I motivi per cui sperare

Quindi l’era di Tesla potrebbe essere giunta alla fine? Probabilmente no: il mercato sta rimbalzando negli ultimi giorni e gli elementi per un rialzo del titolo sono presenti. Sia da un punto di vista tecnologico, dove alcune innovazioni all’orizzonte potrebbero vedere la luce presto (dai taxi senza guidatore, a robot sempre più efficienti), sia da un punto di vista di capacità di spesa e di investimento.

Negli scorsi giorni sono uscite alcune analisi, come quella di Ark Investment, confortanti per chi possiede il titolo, che prevedevano degli importantissimi aumenti di valore per i prossimi anni. Inoltre la strettissima amicizia con uno degli uomini più potenti del pianeta, ovvero il presidente degli Stati Uniti Donald Trump può tornare di grande aiuto.

L’amicizia con Donald Trump

Donald Trump

L’inquilino della Casa Bianca nelle scorse settimane si è speso anche personalmente a sostegno di Tesla, arrivando anche ad acquistare una Tesla Model S Plaid Ultra Red (che ha effettivamente spinto il titolo dell’amico Musk in Borsa), anche se alcuni hanno già fatto notare che quella macchina ha già ricevuto numerosi richiami per varie problematiche.

Da sottolineare che il Presidente ha comprato questa macchina anche se non può guidarla (a causa delle misure di sicurezza a cui è sottoposto in base al ruolo che ricopre ed ha già ricoperto in passato).

In generale si può ricordare che Trump considera Musk come uno dei suoi principali supporters e non mancherà di fornire il suo supporto se necessario (come ha già mostrato sia con l’acquisto dell’automobile, che inserendo l’imprenditore nel suo Gabinetto di Governo e definendolo anche, a varie riprese, un “patriota”).

Investire ancora su Tesla? Il grafico

Nel grafico sottostante troviamo l’andamento di Tesla da fine febbraio 2024. Dopo il netto apprezzamento correlato all’elezione di Trump a fine anno scorso, il titolo si è nettamente deprezzato, arrivando a perdere anche il 50% dai massimi. La situazione grafica appare ancora precaria, anche se il titolo sembra essere su multipli più ragionevoli dopo il rally esagerato di fine 2024.

grafico azioni Tesla

Investire su ancora su Tesla? Conclusioni

Abbiamo analizzato le cause di questo trend al ribasso delle azioni di Tesla. L’andamento degli ultimi giorni sembra sostenere la possibilità di una crescita futura. I fattori che però possono influenzare il trend sono molteplici: dalle esternazioni e azioni di Elon Musk, spesso molto divisive, alle politiche di dazi reciproci che verranno intrapresi dagli Usa e dagli altri Paesi, da possibili problematiche nei bilanci Tesla, a reali ulteriori problemi sulle autovetture, da nuove innovazioni tecnologiche che potranno essere immesse nel mercato dalla Società made in Usa. Gli scenari sono, come capita molto spesso negli ultimi anni, molto volatili e una singola giornata può stravolgere l’andamento di un’azione e non si può quindi escludere una nuova caduta del valore del titolo in un prossimo futuro.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Azioni Nio https://www.investire-certificati.it/azioni-nio/ Sat, 08 Mar 2025 08:09:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=36388 Azioni Nio: previsioni ed analisi del mercato, i principali prodotti della casa automobilistica. Dati aziendali di Nio e sostegno dal governo cinese. Conviene investire sulle azioni di Nio? Focus anche su un certificato di investimento che ha per sottostanti le azioni di Tesla, Nio e Stellantis (ISIN XS2953006710) con barriera capitale al 30% e barriera […]

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Azioni Nio: previsioni ed analisi del mercato, i principali prodotti della casa automobilistica. Dati aziendali di Nio e sostegno dal governo cinese. Conviene investire sulle azioni di Nio? Focus anche su un certificato di investimento che ha per sottostanti le azioni di Tesla, Nio e Stellantis (ISIN XS2953006710) con barriera capitale al 30% e barriera cedolare al 50%, per un rendimento che può arrivare a superare il 15% annuo lordo.

Azioni Nio – il mercato delle auto elettriche

Nio è una giovane azienda cinese operativa nel settore delle auto elettriche. Un comparto che si sta sviluppando rapidamente da alcuni anni. Ciò anche grazie ai vari sussidi governativi che stanno sostenendo questo mercato emergente, con l’obiettivo di velocizzare la scelta di prodotti green, meno inquinanti ed impattanti per la salute del pianeta e di conseguenza delle persone. Non mancano però le difficoltà anche in questo percorso (prima fra tutte la produzione di batterie, ancora molto inquinanti).

Con ogni probabilità, però, si va verso un aumento significativo delle automobili elettriche in circolazione ed a maggiori vendite per i loro produttori. Ciò anche sfruttando innovazioni tecnologiche (come ad esempio una maggiore durata della batteria o ad una ricarica più veloce o alla sostituzione di una batteria scarica con una carica in tempi rapidissimi) e innovazioni infrastrutturali (come ad esempio l’aumento delle colonnine di ricarica presenti sul territorio ed il miglioramento della loro efficienza).

Uno dei principali player di questo mercato emergente è sicuramente Nio, produttore automobilistico cinese (fondato il 25 novembre 2014 a Shanghai) che sta riuscendo a ricavarsi interessanti quote di mercato in tutto il mondo, anche grazie agli investimenti tecnologici e innovativi di questi anni.

Nio – principali prodotti

azioni nio

Il modello di business che sta seguendo Nio è all’insegna dello sviluppo innovativo, del design, della comodità e delle prestazioni, senza trascurare una particolare attenzione alle richieste dei clienti ed all’intelligenza artificiale applicata all’automotive. Tra i principali modelli attualmente in produzione ci sono sia alcune berline che alcune tipologie di Suv.

I prodotti in commercio

Attualmente i prodotti in commercio a marchio Nio sono i seguenti:

  • Per la linea ET:
    • Nio ET7: una berlina con un’ottima batteria che permette oltre i 1.000 km di autonomia;
    • Nio ET9: macchina lanciata per celebrare il decennale dalla fondazione, rappresenta la punta di diamante per la casa automobilistica cinese;
    • Nio ET5: berlina lanciata nel 2022 ha un autonomia di circa 580 km;
    • Nio ET5T: una rivisitazione migliorativa del modello precedente.
azioni nio
  • Per la linea EL:
    • Nio EL6: un modello crossover che permette di sostituire una batteria scarica con una già carica e ripartire in tempi rapidissimi;
    • Nio EL7: Suv 5 posti con un bagagliaio massimo di 658 litri.
  • Per la linea EC:
    • Nio EC6: Suv con ampio tetto panoramico e 550 km di autonomia;
    • Nio EC7: Suv con oltre 900 km di autonomia ed il sistema di sistema battery swap. 

Nio – novità

Le vendite del Gruppo Nio sono in forte crescita. A dicembre 2024 hanno superato per la prima volta le 30.000 unità consegnate in un singolo mese, ovvero il 72,9% in più del dato year-over-year e un complessivo annuo di 221.970 pezzi con una crescita annua del 38,7% rispetto al precedente esercizio.

Nel corso dell’ultimo anno sono stati lanciati alcuni modelli come il NIO ET9, si è ingrandita la rete di vendita e di assistenza post vendita attraverso accurate campagne.

Sono inoltre aumentate le centraline di ricarica marchiate Nio presenti sia in Cina, che nel resto del mondo. Come scritto nel loro sito, Nio si sta preparando ad un’espansione globale dei loro mercati, senza tralasciare la ricerca di prodotti nuovi ed innovativi. Questa espansione che si sta cercando di raggiungere è spinta anche da alcune partnership strategiche che sono state siglate nel corso degli ultimi anni. Se questa crescita riuscirà a confermarsi nel tempo è lecito attendersi che anche il titolo possa consolidare il suo valore in borsa, dopo i tracolli di questi ultimi anni che lo hanno visto perdere circa il 90% dai massimi.

azioni nio

Azioni Nio – sostegno cinese

Il governo cinese a partire da metà 2024 ha deciso di sostenere anche il mercato dell’auto interno attraverso degli incentivi, dopo gli innumerevoli miliardi investiti sullo sviluppo del settore negli anni passati. Alla base di questa misura delle Autorità cinesi c’è la richiesta di svecchiare il parco auto e di ridurre almeno parzialmente le pesanti condizioni di inquinamento che condizionano il paese.

Questa misura ha sicuramente contribuito all’incremento dei volumi di nuove automobili elettriche prodotte anche dal gruppo Nio. Bisognerà valutare le politiche che deciderà di intraprendere il Governo cinese.

Azioni Nio – il mercato Occidentale

Per quanto riguarda il mercato americano del mondo del Green, il nuovo governo di Donald Trump ha deciso di intraprendere una via di totale rottura rispetto a quello del suo predecessore Biden. Sia per le politiche di minor sostegno al Green, sia per le politiche di dazi, che per le possibili se non probabili guerre commerciali all’orizzonte tra gli States e la Cina, lo sviluppo del mercato statunitense per Nio potrebbe venir rallentato. In particolare gli interessi di Elon Musk, leader indiscusso di Tesla, sembra piuttosto evidente che saranno particolarmente protetti dalla nuova Amministrazione USA.

Viceversa la conferma di Ursula von der Leyen, a capo della Commissione Europea dei mesi scorsi, conferma un mercato europeo favorevole al settore del Green. Bisognerà però vedere se e come gli incentivi verranno distribuiti nei prossimi anni. Infatti alcuni osservatori iniziano ad evidenziare che le politiche di sostegno al mercato elettrico si stanno rivelando un boomerang per le case produttrici europee. Di fatto stanno sì favorendo l’acquisto di automobili elettriche, ma prodotte da società extra UE ed in particolare cinesi (come appunto Nio).

La soluzione adottata dall’Ue è stata quella di innalzare i dazi all’importazione, ma i produttori orientali si stanno già adoperando per ridurne gli impatti. Bisognerà analizzare attentamente la situazione anche perché il mercato europeo è sicuramente molto appetibile per tutti i produttori di automobili elettriche, vista la particolare attenzione al Green dell’attuale Commissione.

Un importante area di sviluppo sarà inoltre anche quella del mercato arabo, che potrebbe essere attratto dalle automobili premium prodotte dal marchio cinese.

Azioni Nio – l’andamento in Borsa

Come possiamo vedere nel grafico sottostante l’andamento nell’ultimo anno del titolo Nio è stato piuttosto altalenante, con il titolo che negli ultimi anni ha perso gran parte del suo valore.

azioni nio - andamento

I picchi del 2021 sono ormai lontanissimi. In un mercato di forte concorrenza, come quello dell’automobile elettrica, le tensioni macroeconomiche, le innovazioni tecnologiche (anche quelle dei competitors) e i dati delle vendite possono avere impatti notevoli sui dati borsistici. Il peggio potrebbe ormai essere alle spalle, con l’azienda che sembra aver trovato una certa stabilità.

Un certificato sulle azioni di Nio, Tesla e Stellantis

Fra i certificates che hanno fra i sottostanti le azioni di Nio troviamo anche l’emissione ISIN XS2953006710. Un certificato che al momento naviga a sconto (soprattutto per la discesa di Tesla) aumentando quindi il rendimento potenziale. Il prodotto, emesso da Barclays Bank, ha per sottostanti le azioni di Nio, Tesla e Stellantis. La barriera capitale è decisamente ampia, al 30% dei prezzi di osservazione iniziale. Le cedole sono invece pagate a fronte di una barriera del 50%. In questo caso le cedole condizionate sono pari all’1,30% lordo su base mensile con un rendimento che può arrivare al 15,60% annuo. Tre titoli volatili, per un certificato con alto potenziale ma anche alto rischio.

Ecco di seguito i livelli di prezzo da monitorare per questo certificato di investimento sul settore automobilistico con le azioni di Tesla, Nio e Stellantis per sottostanti.

AzionePrezzo inizialebarriera cedolareBarriera capitale
Tesla350,73175,365105,219
Nio4,332,1651,299
Stellantis12,6286,3143,7884

Azioni Nio – conclusioni

Nel corso di questo articolo abbiamo analizzato l’attuale situazione del mercato, i principali prodotti di Nio, il sostegno delle autorità cinesi e la situazione occidentale, con una particolare attenzione agli scenari Ue ed Usa. Questi sono tutti fattori che incideranno in maniera significativa sul valore delle azioni Nio. Non bisogna trascurare, infatti, l’importanza sia degli scenari macroeconomici globali che possono risultare significativi allo stesso modo delle innovazioni tecnologiche che il produttore cinese riuscirà ad ottenere e portare sul mercato.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Investire nell’intelligenza artificiale: conviene? https://www.investire-certificati.it/conviene-investire-nellintelligenza-artificiale/ Tue, 04 Feb 2025 10:09:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=35569 Si può investire nell’intelligenza artificiale? Conviene credere in questo settore? Quali sono le performance delle azioni legate all’intelligenza artificiale? Ci sono rischi e possibili fattori negativi con l’AI? In sintesi: conviene investire sull’intelligenza artificiale? Investire nell’intelligenza artificiale: l’andamento Nel corso dell’ultimo periodo uno dei principali elementi trainanti delle borse è sicuramente stato il settore dell’intelligenza […]

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Si può investire nell’intelligenza artificiale? Conviene credere in questo settore? Quali sono le performance delle azioni legate all’intelligenza artificiale? Ci sono rischi e possibili fattori negativi con l’AI? In sintesi: conviene investire sull’intelligenza artificiale?

Investire nell’intelligenza artificiale: l’andamento

investire nell'intelligenza artificiale

Nel corso dell’ultimo periodo uno dei principali elementi trainanti delle borse è sicuramente stato il settore dell’intelligenza artificiale, spesso menzionato come AI, dall’inglese “artificial intelligence“.

Quali i temi chiave? L’intelligenza artificiale, per quanto sia ancora agli albori, ha mostrato degli interessantissimi elementi che possono sviluppare delle over performance dei vari titoli in moltissimi settori dell’economia mondiale. L’AI per esempio può essere applicata dalla sanità alla finanza e all’industria manufatturiera, alla finanza, ma non soltanto.

L’intelligenza artificiale è in un circolo virtuoso in continua innovazione che potrebbe permettere di ottenere ancora per un lungo periodo degli alti rendimenti. A supporto dello sviluppo del settore, anche grazie agli elementi sopra descritti, c’è anche un significativo aumento della domanda complessiva, che punta a inserirsi in maniera stabile in ogni settore economico, ottimizzandolo.

Non mancano chiaramente rischi, con numerose professioni che potrebbero essere stravolte (o addirittura non più necessarie) proprio a causa dello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Un’opportunità, insomma, ma che deve essere gestita nella maniera corretta per evitare problemi forse grandi quanto i benefici che ne derivano.

Si possono comprare azioni di aziende AI?

Iniziamo subito rispondendo alla domanda principale: si possono comprare azioni di aziende che sviluppano l’intelligenza artificiale? La risposta è si.

Sebbene le azioni di Chat GPT di OpenAI non si siano ancora quotate in borsa (una loro eventuale quotazione potrebbe rappresentare una delle più importanti raccolte di capitale di sempre) ci sono numerose imprese con business strettamente legati all’AI su cui si può investire. Il segmento che ha performato meglio nell’ultimo periodo è quello delle infrastrutture a supporto dell’AI.

Dai produttori dei semiconduttori (come NVIDIA, AMD, STM), agli elementi di connessione di ultimissima generazione: gli investimenti continueranno ad arrivare (come previsto anche dai piani dei capex di molte società tech, ma non solo).

Forbes per esempio identifica come migliori società legate al mondo dell’intelligenza artificiale su cui investire nel 2025: Nvidia Corporation, Meta Platforms, Arista Networks, Amazon, Palo Alto Networks, Service Now, Advanced Micro Devices, UiPath, Tesla e C3.AI. Queste aziende si sono messe in evidenza in quanto il loro business legato all’AI si sta rivelando molto valido.

Sono inoltre a disposizione numerosi certificati di investimento su titoli legati all’intelligenza artificiale, così come tracker certificates che replicano l’andamento di più titoli del comparto. Fra questi ricordiamo quello di Vontobel qui analizzato.

Investire nell’intelligenza artificiale: non è tutto oro quel che luccica

Intelligenza artificiale

Potrebbe non convenire investire sull’intelligenza artificiale? Sebbene le premesse per delle ottime performance ci siano, bisogna ricordare che anche questo settore potrebbe essere condizionato da alcuni fattori negativi. Per esempio potrebbero intervenire delle legislazioni sfavorevoli (l’UE ha già emanato l’Artificial Intelligence Act), il mercato potrebbe sovrastimare il reale valore delle azioni, c’è una forte richiesta di capitale per favorire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, la volatilità dei titoli è piuttosto elevata.

Insomma, al momento le aspettative per il settore sono molto elevate, così come i multipli dei titoli che lavorano con l’intelligenza artificiale. Sarà il tempo a dirci se tutto ciò corrisponderà alla realtà futura.

Quali rischi per l’intelligenza artificiale?

Un particolare tema sarà anche la gestione dei costi di energia elettrica. L’intelligenza artificiale consuma infatti moltissimo e non è assolutamente da escludere che a breve i legislatori inizieranno ad imporre delle attenzioni sul tema (soprattutto in Europa dove il tema transizione energetica green è ancora in voga). Inoltre questi altissimi consumi potrebbero causare dei colli di bottiglia nello sviluppo e integrazione sociale dell’AI.

Da non sottovalutare anche il tema legale: molto spesso l’AI non rispetta le norme del copyright e dei diritti d’autore e non di meno della privacy e il modellizzare tutto il mondo che ci circonda tende a discriminare le minoranze che non rispettano gli standard previsti dagli algoritmi sviluppati per l’AI. Questo potrebbe generare delle cause molto esose.

Infine potrebbe essere ancora troppo presto per comprendere appieno quali settori riusciranno a sfruttare appieno le innumerevoli opzioni che l’AI mette a disposizione e i vantaggi competitivi che offre. Tra i maggiormente favoriti potrebbero esserci il farmaceutico, le industrie di produzione, ma non è detto che i risultati siano immediati.

Conclusioni: conviene investire nell’intelligenza artificiale?

Abbiamo analizzato i possibili fattori di sviluppo del mercato dell’intelligenza artificiale e quali potrebbero invece rappresentare degli elementi di rallentamento. Sebbene i primi siano evidenti, un utilizzo indiscriminato dell’AI potrebbe essere nocivo in quanto andrebbe a scontrarsi coi problemi sopra citati.

Le diverse normative presenti nel mondo potrebbero giocare dei ruoli di importanza enorme sullo sviluppo delle tecnologie e sul loro utilizzo e quindi di conseguenza anche sulle economie mondiali. L’America, per quanto il Presidente Donald Trump non si è ancora espresso, potrebbe scegliere una via più soft, mentre ad esempio l’UE ha già adottato l’Artificial Intelligence Act per iniziare a regolamentare il settore.

Bisogna ricordare che siamo solamente all’inizio dello sviluppo dei questa tecnologia e i possibili scenari futuri sono ancora incerti. In base a questo, anche i possibili rendimenti non possono essere definiti, anche se le premesse per un mercato florido nel prossimo futuro potrebbero esserci.

Investire nell’intelligenza artificiale potrebbe quindi esser vantaggioso, ma bisognerà scegliere delle aziende che sapranno essere lungimiranti e sfruttare appieno le potenzialità degli strumenti che si stanno sviluppando in questi anni senza sovraesporsi al rischio di possibili ribassi. Diversificare gli investimenti, anche in questo caso, rimane importantissimo, visto che la volatilità non mancherà.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Azioni Gamestop https://www.investire-certificati.it/azioni-gamestop/ Fri, 31 Jan 2025 07:04:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=36199 Focus sulle azioni Gamestop – la storia e gli andamenti di una delle più grandi aziende di commercializzazione di videogiochi e prodotti ludici. Focus anche sugli Short Squeeze, un nome che dal 2020 è ormai legato a quello delle azioni di GameStop. Azioni Gamestop: la società Gamestop è una società americana che è stata fondata […]

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Focus sulle azioni Gamestop – la storia e gli andamenti di una delle più grandi aziende di commercializzazione di videogiochi e prodotti ludici. Focus anche sugli Short Squeeze, un nome che dal 2020 è ormai legato a quello delle azioni di GameStop.

Azioni Gamestop: la società

Gamestop è una società americana che è stata fondata da nel 1984 col nome di Babbage’s. I fondatori James McCurry Gary M. Kusin erano compagni di classe alla Business School di Harvard.

La sede è situata a Dallas, dove è stato aperto il primo negozio. La quotazione in borsa delle azioni di Gamestop è stata raggiunta in soli quattro anni, nel 1988. Al momento l’azione vale circa 26 dollari e Gamestop ha una capitalizzazione di mercato che supera i 12 miliardi di dollari.

Certificati di investimento su Gamestop

Fra i recenti certificates legati alle azioni di Gamestop troviamo un prodotto di Vontobel, con ISIN DE000VG37CC2. Le azioni sottostanti sono NVIDIA, Gamestop e Super Micro Computers, tre titoli senz’altro volatili, per un certificato adatto a cuori forti.

La volatilità è però mitigata dai premi fissi: sono infatti previste cedole garantite mensili dell’1,67%, per un totale di oltre 40 punti percentuali complessivi (in due anni). Il rendimento lordo del certificato arriva al 20,04% annuo a fronte di una barriera capitale del 45%. L’autocall è presente dal terzo mese in poi con trigger dapprima al 100% e poi decrescente dell’1% su base mensile.

Si ottiene quindi un profitto a patto che nessuno dei tre titoli perda oltre il 55% dai prezzi iniziali. In caso contrario l’investitore otterrebbe una perdita proporzionale all’andamento del worst of, con il plus – non da poco – della garanzia di incassare 40 punti percentuali di cedole.

Punta invece unicamente sulle azioni di Gamestop il certificato mono-sottostante ISIN DE000VG2U986, al momento scambiato sopra la pari. In questo caso le cedole sono condizionate ad una barriera del 50% e possono arrivare fino all’1,3% lordo su base mensile. Ma torniamo a parlare di Gamestop e del suo modello di business.

Il business

borsa azioni

Attualmente la società si occupa principalmente della distribuzione di videogiochi (nuovi ed usati), console, giochi in scatola e altri vari prodotti ludici.

La crescita iniziale del business si è incentrata su una mirata concentrazione sul mondo dei videogames. Nel corso degli anni Novanta ha cambiato diversi nomi fino ad ottenere quello attuale di Gamestop nel 1999.

Con l’inizio del nuovo millennio, anche grazie al sito internet, ma soprattutto grazie ad una capillare copertura del mercato (sfruttando soprattutto i centri commerciali) ed all’acquisizione di alcuni gruppi commerciali del settore, la società riuscì ad acquistare grandi quote di mercato. Furono anni di forte crescita per Gamestop in America, ma anche Europa, Asia, Australia e Nuova Zelanda.

2016 – una fase di declino per Gamestop

videogiochi

Intanto il mercato dei videogame si stava evolvendo. Con l’aumento delle performance e delle memorie a disposizione delle console e delle connessioni internet, le principali produttrici come Sony, Nintendo, Xbox e alcuni siti internet come Stream lanciarono anche le vendite dei file in formato digitale.

Questo permetteva loro di escludere i rivenditori e di eliminare quasi del tutto la rivendita di videogiochi una volta ultimati. Inevitabilmente quindi le quote di mercato di Gamestop si restrinsero: durante il periodo di Natale del 2016 le vendite scesero di oltre il 16%, con un riflesso immediato anche sul mercato borsistico per valori simili. I manager della società decisero di provare ad esplorare nuove aree del mercato, inserendo a listino alcuni giochi in scatola e puntando anche sul merchandising di prodotti ufficiali. Purtroppo già nel 2017 arrivarono le prime chiusure di alcuni centri di distribuzione.

L’andamento in borsa di quegli anni era ancora più altalenante del solito, con oscillazioni importanti, arrivando anche a un -36% nell’estate del 2019, raggiungendo alcuni dei limiti storici e creando non pochi problemi e dubbi ai possessori delle azioni Gamestop.

2020 – 2021: short squeeze

borsa

Nonostante il mercato apprezzasse sempre meno il titolo e i bilanci e le prospettive non brillassero, a cavallo della pandemia succede l’impensabile. Nonostante in molti scommettessero contro le azioni di Gamestop, Keith Gill, un giovane YouTuber conosciuto come “Roaring Kitty” inizia a suggerire una rivalutazione del titolo e incredibilmente viene ascoltato. WallStreetBets (un forum dedicato agli investimenti) amplifica queste voci.

Keith Gill assieme a numerosi investitori appassionati dei videogames ed al passaparola, anche attraverso chat di Reddit, si coordinano e decidono di sostenere la risalita del titolo, nonostante non ci fossero reali segnali di uno sviluppo del business. A sostegno di questa iniziativa si schiera anche Elon Musk che twitta “GameStonk!!” e linka la piattaforma WallStreetBets aumentando sensibilmente la platea di lettori interessati ad investire.

Il titolo passa così dal valere circa 3 – 4 dollari ad azione a oltre 145 nel giro di meno di due mesi, toccando addirittura dei massimi sopra i 400 dollari per azione, scatenando un vero e proprio short squeeze.

Cos’è un Short Squeeze?

Tecnicamente uno short squeeze si verifica quando il prezzo di un’azione aumenta in maniera brusco costringendo gli shortisti a ricoprirsi. Questo aumento di prezzo fa si che chi aveva scommesso su un andamento al ribasso sia obbligato ad entrare nel mercato, acquistando quindi l’azione sottostante. Questi acquisti creano una catena di cicli rialzisti e possono causare grosse perdite agli investitori con posizioni corte (soprattutto ai fondi che muovono spesso grandi capitali). Esattamente quello che accadde alle azioni di Gamestop.

grafico azioni Gamestop
grafico storico Gamestop

Azioni Gamestop: il rientro alla normalità

Il rientro a valori più “normali” c’è stato. Come possiamo notare dal grafico storico: se la salita è stata molto rapida, anche la discesa non è stata lenta, seppure il rientro ai valori precedenti non si sia del tutto verificato.

Il nome di Gamestop in borsa, assieme ad altri titoli da questo momento viene spesso associato alla definizione di Meme Stock, con il rischio associato.

Roaring Kitty, ovvero Keith Gill (il giovane YouTuber che aveva lanciato la prima ondata di short squeeze ha raggiunto oltre un milione di followers, è stato citato dalla Commissione Finanza della Camera statunitense ed stato citato in alcune cause.

Azioni Gamestop: gli ultimi anni

Ultimamente, come visibile nel precedente grafico, il titolo di Gamestop ha subito numerose variazioni, anche piuttosto significative, tuttavia senza tornare ai valori precedenti al primo short squeeze. Il titolo si è confermato come soggetto ad un’elevata volatilità (con i conseguenti rischi ed opportunità), anche a causa dell’elevato appeal speculativo delle azioni Gamestop.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Azioni Palantir – Previsioni https://www.investire-certificati.it/azioni-palantir-previsioni/ Sat, 25 Jan 2025 19:50:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=36129 Previsioni per le azioni di Palantir – Cosa fa Palantir? Cosa si nasconde dietro la corsa galoppante degli ultimi mesi di Palantir? Quali previsioni per le azioni di Palantir in borsa? Previsioni Palantir: introduzione Palantir è una società quotata fondata nel 2003 da Peter Thiel (cofondatore anche di Paypal), Joe Lonsdale, Stephen Cohen, Nathan Gettings e Alex […]

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Previsioni per le azioni di Palantir – Cosa fa Palantir? Cosa si nasconde dietro la corsa galoppante degli ultimi mesi di Palantir? Quali previsioni per le azioni di Palantir in borsa?

Previsioni Palantir: introduzione

BIG DATA Palantir

Palantir è una società quotata fondata nel 2003 da Peter Thiel (cofondatore anche di Paypal), Joe Lonsdale, Stephen Cohen, Nathan Gettings e Alex Karp. Quest’ultimo è anche il Ceo dell’azienda. La società è basata a Denver, in Colorado. Si occupa dello sviluppo di software, incentrando la propria attività principalmente nel data analytics, data integration, data protection e data engineering e attualmente ha aperto profondamente anche all’intelligenza artificiale.

Durante la crisi causata dal Covid 19 ha anche fornito il suo contributo nello studio della pandemia.

Attraverso i suoi programmi facilita l’adozione di scelte basate sui dati raccolti sia da agenzie governative che da società commerciali. I prodotti più famosi di Palantir sono:

  • Apollo (un software molto potente che alimenta piattaforme Saas),
  • Foundry (che usa algoritmi per creare processi di machine learning, utilizzando anche l’intelligenza artificiale)
  • Gotham (usato principalmente da forze dell’ordine e agenzie governative per tracciare comportamenti anomali). Ultimamente, anche grazie alle ottime performance della propria intelligenza artificiale (AIP, piattaforma di intelligenza artificiale) sta migliorando drasticamente la propria capitalizzazione in borsa.

Inoltre Palantir è stata abile nel sottoscrivere numerose partnership importanti. Un percorso di crescita che ha aperto mercati nuovi: sia con agenzie governative, sia con società terze, che stanno sostenendo il suo fatturato. Al momento, però, i multipli con cui quota in borsa sono pazzeschi, con un price earning oltre quota 300! Conviene ancora investire nell’azione oppure il titolo è salito troppo?

Certificates su Palantir

Prima di proseguire l’analisi su Palantir, ricordiamo un certificato di investimento (con una barriera capitale molto difensiva, al 35%) che ha per sottostanti le azioni di Palantir, Tesla e NVIDIA (ISIN XS2938789273). Un prodotto tematico emesso da Barclays con barriera capitale molto profonda, come detto, al 35% e barriera cedolare al 50%.

Il rendimento lordo può arrivare fino al 15% lordo su base annua, con un certificato di investimento che offre protezione del capitale a patto che nessuna delle tre azioni perda il 65% o più dai prezzi iniziali. Si incassano premi dell’1,25% al mese a condizione che nessuna azione perda il 50% dai prezzi iniziali. Tutti i dettagli sono riportati sul sito dell’emittente.

Il ruolo dell’AI in Palantir

Torniamo a parlare di Palantir e della crescita di questa azione. Come sopra accennato, alla base del successo riscontrato in borsa dalle azioni di Palantir c’è anche sicuramente l’intelligenza artificiale sviluppata dall’azienda nota con il nome di AIP. Questa infatti permette delle ottime integrazioni nei processi aziendali e permette di efficientare i costi e gli sforzi necessari all’adozione di una tecnologia rivoluzionaria come l’AI, ossia l’intelligenza artificiale.

Palantir sembra essere così in grado di soddisfare le richieste del mercato e si candida a diventare uno dei principali player del settore. In un mondo sempre più digitalizzato sia l’intelligenza artificiale, sia la sicurezza e la difesa dei dati diventano ogni giorno più strategici e quindi apprezzati dal mercato borsistico. Serve chiaramente un riscontro reale ai numeri attuali, con il titolo arrivato vicino agli 80 dollari per azione.

Previsioni Azioni Palantir: le partnership strategiche

Quali previsioni per Palantir? Come visibile dal sito della società le partnership strategiche firmate da Palantir sono numerose. Si va da Accenture a big della consulenza come Accenture, KPMG, PWC e Deloitte, da giganti del mondo del cloud e dei servizi digitali come Amazon Web Services (AWS) e Google Cloud a Microsoft, da Oracle a Fujitsu.

Un possibile business che potrebbe rivelarsi molto importante per il futuro di Palantir è anche quello militare. Il supporto al Dipartimento della Difesa Americano arriverebbe tramite un consorzio di imprese, che potrebbe coinvolgere numerosi competitor ed anche altre big del mondo tech come SpaceX e OpenAI. In questo periodo di scenari multinazionali purtroppo particolarmente complessi (con numerose guerre economiche e non solo) gli investimenti nel settore sicuramente difficilmente verranno a mancare, favorendo quindi ottime performance.

Le azioni Palantir in borsa: conviene ancora investire?

Nel corso dell’ultimo anno il valore in borsa di Palantir è cresciuto di oltre il 300%, passando da un valore medio inferiore a 20 USD per azione ad oltre i 75 USD (dollari americani). Questo può essere espresso meglio con una rappresentazione grafica, ripresa dal sito Investing.

grafico azioni palantir
Andamento degli ultimi 12 mesi del titolo di Palantir

Questo aumento è stato causato sia dai buoni risultati raggiunti sia da un punto di vista economico, che finanziario, che dallo sviluppo di prodotti strettamente legati all’intelligenza artificiale come AIP, la piattaforma di intelligenza artificiale. Pesano poi le aspettative, che sono anche il vero punto di domanda per quanto riguarda Palantir.

Un ulteriore elemento di crescita della capitalizzazione è sicuramente stato raggiunto nel corso di settembre 2024 quando Palantir ha raggiunto un importante traguardo: l’azienda è infatti stata inserita nell’indice S&P 500. Per riuscire ad ottenere questo risultato ha dovuto soddisfare requisiti di capitalizzazione, liquidità e redditività. Questo ha obbligato i vari fondi che replicano l’indice ad acquisire le azioni aziendali, fornendo inoltre notorietà al titolo e di conseguenza alla società. Per approfondire vi rimandiamo a questo articolo di IG. Resta più che mai attuale la domanda relativa al reale valore di Palantir: gli attuali 180 miliardi di dollari di market cap non saranno più del valore reale?

Quali sono i target price per Palantir degli analisti? La maggioranza degli analisti consiglia di tenere le azioni in portafoglio (holding), anche se il target price medio è inferiore ai 50 dollari. I valori oscillano fra gli 11 e i 90 dollari, in parte anche a causa della repentina salita del titolo in questi ultimi mesi. Di fatto alcuni analisti non hanno ancora aggiornato le previsioni per Palantir. Ma al tempo stesso i valori attuali sono decisamente elevati. Troppo? Sarà il tempo a dircelo.

Previsioni Palantir: le prossime sfide

Il mercato più in cui opera Palantir è sicuramente molto competitivo, soggetto a continue innovazioni e quindi bisogna essere capaci a scegliere le migliori strategie nell’investire le proprie risorse. Questo comporta inevitabilmente dei rischi: puntare su un settore sbagliato potrebbe produrre danni importanti. Anche perché queste innovazioni sono caratterizzate da importantissime richieste di capitale investito in ricerca e sviluppo.

Intelligenza artificiale PALANTIR

Un ulteriore problema potrebbe essere la regolamentazione che coinvolgerà le varie intelligenze artificiali. Bisognerà farsi trovare pronti a eventuali normative pubbliche.

Infine bisognerà capire come è strutturato l’apprezzamento del mercato per il titolo: alcuni operatori segnalano che l’attuale valore rispecchi anche delle forti aspettative per i risultati futuri attesi. Alcuni indici sembrano evidenziare che l’azienda potrebbe essere sovrapprezzata (come ad esempio il price-earning ratio).

Importanti riscontri si potranno già ottenere dall’ultima trimestrale del 2024 che sarà rilasciata il 3 febbraio 2025, dove l’azienda è chiamata a confermare gli ottimi risultati dell’ultimo periodo.

Conclusioni

Durante questa analisi abbiamo potuto analizzare i punti e di debolezza di forza di Palantir. Tra i primi dobbiamo ricordare, oltre al mercato “tradizionale” un’ottima opportunità fornita dall’intelligenza artificiale prodotta dalla società e degli importanti contratti firmati sia con società pubbliche che private. Come punti di debolezza bisogna ricordare i rischi intrinsechi dei mercati in cui Palantir opera. Tracciare una previsione per Palantir risulta quindi particolarmente complicato, anche alla luce della corsa forsennata dell’ultimo anno. Numerosi analisti sono convinti di un possibile ulteriore aumento del valore dei titoli, ma l’opinione non è condivisa da tutti gli esperti di mercato.

Molto dipenderà da dei corretti investimenti nel settore dell’AI, da un’abile commercializzazione di AIP che è chiamata a diventare il business trainante dell’azienda, consolidando e migliorando le proprie posizioni nel mercato.

Come sopra ricordato, i primi dati che potrebbero tracciare un nuovo trend saranno forniti con l’ultima trimestrale del 2024 che verranno pubblicati il prossimo 3 febbraio. In base anche a questi dati sarà più facile comprendere gli attuali scenari di questa importante società del mondo tech e dell’intelligenza artificiale. Una conferma di una crescita ulteriore dei ricavi e degli altri indici potrebbe favorire un’ulteriore crescita della capitalizzazione.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Previsioni economiche 2025 https://www.investire-certificati.it/previsioni-2025/ Tue, 14 Jan 2025 08:54:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=35866 Focus sulle previsioni 2025 per l’economia globale: un anno che si prospetta non facile per il Vecchio Continente, ma che potrebbe rivelarsi interessante per i mercati globali. Sarà un anno governato dal toro o dall’orso? Quali previsioni per le borse e per l’economia nel 2025? E quali previsioni per il dollaro? Analizziamo i rischi e […]

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Focus sulle previsioni 2025 per l’economia globale: un anno che si prospetta non facile per il Vecchio Continente, ma che potrebbe rivelarsi interessante per i mercati globali. Sarà un anno governato dal toro o dall’orso? Quali previsioni per le borse e per l’economia nel 2025? E quali previsioni per il dollaro? Analizziamo i rischi e le opportunità per gli investitori.

Previsioni 2025: contesto geopolitico

Il contesto geopolitico per il 2025 rimane quello post-pandemico, di contrasto all’inflazione e influenzato dalle guerre. Tutti speriamo che si possa riuscire a raggiungere il prima possibile la pace nelle due guerre più tristemente famose (quella russa e ucraina e quella israelopalestinese). Fortunatamente potrebbero non essere troppo lontane. Il clima sembra essere più aperto a uno scenario distensivo rispetto al passato, ma l’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump potrebbe creare nuove tensioni sia con l’Europa, che con la Cina.

Bisognerà inoltre verificare anche il contesto russo, se si ottenesse una tanto agognata pace in che modo si cercherebbe di riallacciare i collegamenti con i leader occidentali? Come potrebbe fare Vladimir Putin ed il suo governo a ritrasformare la sua nazione in un contesto di economia di pace? Contestualmente come verrebbe divisa (se di divisione si dovrà trattare) e ricostruita l’Ucraina? Con quali risorse e chi le metterà a disposizione? Quali equilibri si verranno a creare?

Previsioni 2025: USA e il resto del mondo

Sicuramente la nuova Amministrazione americana impatterà notevolmente sugli scenari internazionali e di conseguenza sulle economie globali. Una prima prova della potenza di fuoco economica che può generare la Presidenza Usa si è vista con l’impennata dei bitcoin post-elezione, ma anche con il rafforzamento del dollaro, che potrebbe complicare- non poco – i piani di protezionismo americano. Un dollaro forte, infatti, tende a sfavorire l’export.

Previsioni economiche Europa 2025

previsioni 2025

In Europa si evidenzia una sostanziale carenza di leader forti: la Francia nello scorso anno ha sciolto l’Assemblea Nazionale e in Germania si è disgregata la coalizione di governo, dopo due anni di scarsi risultati e bisognerà vedere che governo (e con quali tempi) si riuscirà ad instaurare dopo le prossime elezioni.

Ci sono una serie di elementi tutti da decifrare” ha spiegato Luigi Speranza, Chief Economist presso BNP Paribas, in una recente intervista a La Stampa “ad ora nessuno conosce con precisione quelle che saranno le politiche di dazi – e non solo queste – da parte di Trump. Chiaramente anche l’evoluzione delle questioni politiche europee (Francia e Germania in primis) e del quadro geopolitico avrà un suo peso.”

Al momento per l’Europa sembrano ampiamente prezzati i rischi, mentre il mercato tiene in scarsa considerazione eventuali scenari positivi, che però esistono. Fra questi la possibile fine della guerra in Ucraina. Credo però, che non sia correttamente prezzata la possibilità di una politica monetaria e fiscale europea che potrebbe sostenere in maniera corposa l’economia.

Per quanto riguarda l’Eurozona, poi, l’Agenda Draghi potrebbe essere decisiva. “Un’attuazione dei piani di Draghi – anche soltanto parziale – potrebbe migliorare l’accesso ai finanziamenti e la produttività, con un effetto positivo per l’economia del Vecchio Continente”.

In questi scenari le eventuali azioni di politica commerciale aggressiva esercitate da Trump potrebbero anche generare delle azioni di sostegno pubbliche da parte Amministrazioni europee, in particolare della Germania che ha maggiori strumenti, che potrebbe quindi portare ad una spinta dei titoli europei, sostenuti dalla domanda pubblica.

Le politiche di Trump

Le azioni di Trump vorrebbero spingere l’export. Uno scenario non aiutato dal dollaro forte. Va detto che le decisioni del miliardario americano potrebbero suscitare, oltre che un immediato sostegno alle produzioni nazionali americane, anche delle ritorsioni da parte dei cinesi (che saranno probabilmente vittime di nuovi aumenti dei dazi). Bisognerà capire in quale modo questo impatterà le aziende USA.

Il 2024 si è chiuso con un rally da parte di Tesla, spinta dai legami fra Donald Trump ed Elon Musk. Le previsioni degli analisti, stando ai numeri raccolti da Market screener, non sono così ottimistiche. La media è infatti in area 300 dollari, contro un prezzo attuale di circa 400 dollari. Tesla è sopravvalutata? Probabilmente sì, visti i multipli attuali.

Inflazione, tassi di interesse e titoli di stato

Sicuramente un fattore importante per le economie del 2025 sarà una possibile riduzione dell’inflazione. L’andamento dei prezzi è strettamente monitorato dalle banche centrali. Se l’inflazione torna ecco che le banche centrali non potranno abbassare i tassi di interesse. E la recente risalita dei rendimenti USA ha spinto al rialzo il dollaro, con il dollar index che a inizio 2025 ha toccato anche quota 110, sui massimi da oltre due anni.

I titoli di stato, garantendo tassi di interesse elevati a condizione di rischio potenzialmente ridotto, rappresenterebbero in questo scenario un interessante strumento di investimento.

Previsioni per il dollaro

Come si muoveranno le valute nel 2025? Quali previsioni per il dollaro? Il 2024 si è chiuso con il dollaro in forte rimonta. La divisa americana è stata comprata sul mercato dei cambi. Le politiche di Trump potrebbero spingere l’inflazione e gli annessi rischi.

Chiaramente, i tassi di cambio delle varie valute si muoveranno seguendo le news di politica monetaria in arrivo dalle banche centrali. Bisognerà quindi inoltre verificare l’andamento del tasso di cambio del dollaro che potrebbe impattare in maniera molto significativa sull’andamento dei prezzi. Per esempio è oramai da alcuni mesi che il dollaro si sta apprezzando nei confronti dell’euro ed ha quasi raggiunto la parità.

Quello che sembra certo è che il differenziale dei tassi fra Europa e USA crescerà nei prossimi mesi. Le previsioni sono per tassi in calo in Europa nel 2025, mentre la Fed potrebbe tagliare il costo del denaro una volta o due appena. Questo scenario sembra essere ormai in buona parte prezzato nel dollaro.

Bisogna sperare che il 2025 non venga ricordato per l’anno di un atterraggio duro e quindi recessione dopo le turbolenze dovute all’inflazione. A sostegno dell’economia potrebbe anche esserci una risalita del mercato immobiliare, sostenuto dalla discesa dei tassi di interesse e da una conseguente maggiore facilità di accesso al credito.

2025: l’anno dell’intelligenza artificiale?

previsioni 2025

Sarà il 2025 l’anno decisivo per un’adozione di massa dell’intelligenza artificiale? Gli andamenti degli ultimi anni portano a pensare a una risposta positiva, soprattutto negli Stati Uniti, ma sarà da capire come questa verrà sfruttata e gli eventuali effetti positivi e negativi che potrebbero impattare sulle economie globali.

Da un lato ad esempio potrebbe favorire l’efficientamento di numerosi progetti e procedure, migliorandone l’efficienza e quindi i risultati. Da un altro lato potrebbe anche impattare sul mondo del lavoro riducendo la domanda di forza lavoro (anche tra gli impiegati e dirigenti) causando delle profonde sacche di disoccupazione con conseguenti cali significativi di domanda di beni e servizi.

Bisognerà anche valutare eventuali politiche di regolamentazione del settore. L’Europa ha già iniziato emanando l’Artificial Intelligence Act, bisognerà valutare soprattutto anche le eventuali azioni americane e cinesi.

Arriverà la quotazione in borsa di Chat GPT e OPEN Ai? Per il momento il 2025 non sembra ancora essere l’anno giusto, magari il 2026?

Previsioni 2025: Green Economy ed energia

La Green Economy potrebbe crescere nel 2025? Se da un lato i consumi sempre maggiori di energia, spinti anche dagli enormi consumi causati dall’intelligenza artificiale fornita al mondo in maniera massiva, potrebbe aumentare ancora ulteriormente l’urgenza di nuove soluzioni, dall’altra l’elezione di Donald Trump non è sicuramente stata una buona notizia per il settore. Bisognerà capire anche il ruolo di Elon Musk nella nuova amministrazione americana ed eventuali sostegni pubblici alle sue aziende ed i conseguenti impatti.

Sicuramente aumenteranno gli investimenti nella produzione di energia elettrica perché l’offerta non riesce a seguire la domanda e la sua corsa forsennata: questo potrebbe provocare aumenti inflattivi, ma anche interessanti rendimenti per gli investitori.

Temi di investimento per il 2025

Lo scenario complessivo è quindi quello di relativa incertezza. Fra emissioni su Borsa Italiana di certificates con barriera ampia troviamo vari prodotti targati Barclays Bank (tutti a capitale condizionatamente protetto).

Con il certificato ISIN XS2906636522 (su MPS, Bper, Banco BPM e Stellantis) la barriera capitale è addirittura posizionata al 35% (60% invece la barriera per l’incasso delle cedole). Stesso livello di barriera per il certificato ISIN XS2920898215 su AMD, Tesla e NVIDIA (con barriera cedolare al 50%).

Fra i prodotti usciti in avvio di 2025 troviamo un certificato su STM, Leonardo, Unicredit e Ferrari, con barriera capitale al 40% e barriera cedolare al 60%. Il rendimento cedolare di questo prodotto (ISIN XS2928911721) può arrivare fino al 10,08% annuo lordo grazie a premi mensili dello 0,84%.

Approfondimenti

Previsioni 2025: Conclusioni

Quindi quali previsioni per il 2025? L’anno da poco iniziato sarà con ogni probabilità un anno segnato dall’incertezza: ci sono tanti attori in gioco e ancora troppe partite da giocare (dagli scenari geopolitici e bellici all’intelligenza artificiale, dalle elezioni in numerosi stati alle politiche delle banche centrali). Bisognerà verificare in che modo l’inflazione colpirà i mercati ed il tasso di cambio tra le varie valute. Questo potrebbe agevolare i titoli di stato, per le ragioni sopra spiegate, ed anche il settore immobiliare.

Anche quest’anno la crescita potrebbe essere aiutata dall’intelligenza artificiale che durante gli ultimi anni la sta facendo da padrone, garantendo anche ottimi rendimenti e performance. Bisognerà valutare però come questa verrà adottata ed eventuali azioni governative e le conseguenti ripercussioni sui mercati, senza nemmeno sottovalutare gli impatti energetici del settore.

Come investire nel 2025? Altri articoli

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La Microeconomia https://www.investire-certificati.it/la-microeconomia/ Wed, 01 Jan 2025 21:19:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=32825 Cos’è la microeconomia? Cosa tratta la microeconomia? Quali argomenti studia? Quali sono le differenze fra la microeconomia e la macroeconomia? Una spiegazione semplice a queste importanti domande. Cos’è la microeconomia La prima domanda a cui cerchiamo di dare una risposta è “cos’è la microeconomia”? Partiamo con una definizione La microeconomia è la scienza che studia […]

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Cos’è la microeconomia? Cosa tratta la microeconomia? Quali argomenti studia? Quali sono le differenze fra la microeconomia e la macroeconomia? Una spiegazione semplice a queste importanti domande.

Cos’è la microeconomia

microeconomia

La prima domanda a cui cerchiamo di dare una risposta è “cos’è la microeconomia”? Partiamo con una definizione

La microeconomia è la scienza che studia il comportamento delle singole persone e di come l’insieme di questi comportamenti influenzi l’economia.

Un esempio: quando usciamo di casa per andare a comprare il pane dal panettiere o le verdure dal verduriere stiamo facendo delle azioni che possono essere studiate da un punto di vista microeconomico. Ma come agiscono le varie persone – o meglio la somma delle azioni economiche delle varie persone – sul sistema economico? Per regolamentare questa scienza si sono dovute fare alcune importanti assunzioni.

Le assunzioni principali

Le principali assunzioni alla base della microeconomia sono le seguenti:

  • Le risorse in un mercato sono scarse o comunque limitate e non infinite. Questo comporta un numero di scelte limitate per il consumatore, in quanto neanche le risorse necessarie per soddisfare i vari bisogni sono infinite.
  • Ogni individuo opera in piena razionalità, ovvero prende le sue scelte cercando di massimizzare la propria utilità e le proprie risorse, conoscendo sia le logiche di mercato che i suoi bisogni di beni e servizi.
  • Ogni individuo opera cercando di massimizzare la propria utilità marginale. Con utilità marginale intendiamo il grado di soddisfazione genera in una persona l’aggiunta di un’ulteriore unità di un bene o di un servizio. L’utilità marginale è decrescente.
  • Per chiarire facciamo un esempio: una prima tazzina di caffe genera un’alta utilità marginale, una seconda può continuare ad essere piacevole, ma il sesto ci potrebbe rendere nervosi e quindi raggiunge un’utilità marginale nulla se non negativa. Con il crescere del numero di beni acquisiti cala l’utilità marginale, fino a diventare negativa.

Queste assunzioni fondamentali di tutte le teorie microeconomiche non si verificano però sempre. Le teorie microeconomiche, come tutte le scienze che studiano i comportamenti dell’essere umano, cercano di razionalizzare per ricondurre ad alcuni modelli della realtà. Queste teorie servono per fare delle utili previsioni, che però non sempre si realizzano anche perché il comportamento umano non è sempre razionale. Spesso inoltre l’individuo non conosce appieno i suoi bisogni o le logiche del mercato.

Le teorie microeconomiche sono comunque oggetto di studi e questo ha comportato la revisione ed il superamento di alcune teorie che non hanno superato (in parte o appieno) la prova dei fatti.

Cosa tratta la microeconomia

Come abbiamo accennato in precedenza ogni nostra scelta nel mercato è un’azione che può essere studiata dalla microeconomia. Questo implica che la microeconomia studi tutte le scelte sia del consumatore, che del venditore, che delle varie situazioni che queste interazioni generano sia nel breve che nel lungo periodo.

Il consumatore

microeconomia

Nelle scelte del consumatore bisognerà quindi includere anche la sua scelta di impiegare il suo tempo nel lavoro, che gli permetterà di incassare un reddito. Questo reddito, assieme al reddito del passato che si è riuscito a risparmiare o ad ottenere in altri modi, ovvero il patrimonio costituirà il suo capitale disponibile. Con il capitale disponibile il consumatore potrà quindi scegliere di acquistare beni e servizi nell’economia oppure, una volta che avrà soddisfatto le sue utilità marginali potrà decidere di risparmiare. Quando l’utilità marginale dell’acquisto di un bene o servizio sarà inferiore a quella del risparmio di risorse per il futuro il consumatore deciderà quindi, in base al principio della piena razionalità di risparmiare.

La microeconomia non valuta solo il singolo mercato: se, per esempio, il prezzo delle patate fritte aumenta ed il prezzo dei popcorn resta invariato, all’aumentare del prezzo delle patate fritte, sempre più consumatori sceglieranno di acquistare dei popcorn. Ecco quindi un effetto di sostituzione dei beni.

Questo perché l’utilità marginale inizialmente sarà maggiore in quanto con la stessa quantità di denaro potranno acquistare una maggiore quantità di popcorn. Dopo un certo periodo però questo fenomeno si interromperà perché l’utilità marginale delle patate fritte tornerà ad essere superiore a quella dei popcorn, questo perché l’utilità marginale dei popcorn scenderà mentre quella delle patate fritte non essendo più comprate rimarrà stabile. In questo esempio abbiamo analizzato il mercato di due beni succedanei.

Il venditore

Sembrerà banale dirlo, ma bisogna ricordare che ogni venditore mira a massimizzare il suo profitto. Questo comporta che il venditore dovrà sia massimizzare il prezzo di vendita, che minimizzare i vari costi di acquisto delle materie prime e dei servizi. Questi costi possono essere fissi (se non variano al variare delle quantità prodotte) o variabili (se all’aumentare delle quantità prodotte variano). Anche alla produzione bisogna applicare il principio dell’utilità marginale: ogni lavoratore che viene aggiunto alla produzione crea dei costi, ma la produzione non aumenta allo stesso modo: per cui per ogni lavoratore che si inserisce ogni unità che si produce aumenta di costo. Si arriva così al concetto di costo marginale. In base alle varie forme di mercato si svilupperanno le varie teorie di produzione per massimizzare il ricavo dell’impresa.

Altre aree della microeconomia

Questi sono solamente alcuni degli aspetti analizzati dalla microeconomia. Infatti, ad esempio, ci sono teorie microeconomiche che si basano anche sul tipo di mercato che si instaura: monopolio, bipolio (ovvero un mercato con due soli venditori), oligopolio, concorrenza imperfetta, concorrenza perfetta, ecc… Non bisogna inoltre trascurare le teorie microeconomiche che studiano gli equilibri, l’ottimo paretiano, la funzione di utilità sociale, le esternalità, i beni pubblici, i fallimenti del mercato e tante altre ancora.

microeconomia

Differenza tra microeconomia e macroeconomia

Per definire la differenza tra la microeconomia e la macroeconomia è indispensabile specificare cosa si intende con il termine macroeconomia. Questa è l’insieme degli studi degli aggregati economici ovvero il reddito nazionale, l’inflazione, la disoccupazione ecc… La macroeconomia è quindi la somma dei comportamenti e della scelta dei vari attori della microeconomia. Questo confine si sta però sempre più diluendo col passare degli anni in quanto per approfondire le dinamiche degli aggregati economici è necessario analizzare i mercati e la loro composizione.

Conclusioni

Come abbiamo analizzato, tutti i nostri comportamenti nei mercati sono studiabili dalla microeconomia e inquadrabili all’interno di alcuni modelli. Questi modelli matematici condurranno alle soluzioni che massimizzano le varie utilità marginali e spesso regolano (alle volte anche inconsciamente) il mercato. Come detto, queste teorie non sono però infallibili (anche perché le assunzioni alla base della microeconomia raramente si riescono a realizzare), ma sicuramente valgono la pena di essere studiate ed approfondite.

Per approfondire

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La macroeconomia https://www.investire-certificati.it/la-macroeconomia/ Mon, 30 Dec 2024 21:08:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=32868 Cos’è la macroeconomia? Come possiamo definire la macroeconomia e quali sono i temi che studia? Qual è la differenza tra microeconomia e macroeconomia? Ecco un approfondimento su queste interessanti tematiche. Cos’è la macroeconomia Partiamo con una definizione. La macroeconomia è una scienza che studia un’economia a livello di macro aggregati. Gli operatori principali che vengono […]

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Cos’è la macroeconomia? Come possiamo definire la macroeconomia e quali sono i temi che studia? Qual è la differenza tra microeconomia e macroeconomia? Ecco un approfondimento su queste interessanti tematiche.

Cos’è la macroeconomia

Partiamo con una definizione. La macroeconomia è una scienza che studia un’economia a livello di macro aggregati. Gli operatori principali che vengono studiati sono:

  • l’insieme dei compratori;
  • l’insieme dei venditori / delle imprese;
  • l’insieme dei risparmiatori;
  • l’insieme dei lavoratori;
  • l’insieme degli enti pubblici / lo stato;
  • il resto del mondo.

Riassumendo, semplificando ulteriormente il quadro, gli operatori sono le famiglie che prestano lavoro, consumano e risparmiano o investono e le imprese che acquistano la domanda di lavoro pagando un reddito alle famiglie ed assecondano il mercato, investendo quando necessario.

I comportamenti di questi attori hanno un impatto sull’economia e generano gli andamenti dei vari mercati e quindi dell’economia nel suo complesso. La macroeconomia mira a fornire strumenti e indicazioni ai governi ed alle istituzioni finanziarie (come il Fondo Monetario Internazionale o le Banche Centrali), oltre che alle grandi aziende.

Di cosa tratta la macroeconomia

monete macroeconomia

Come abbiamo detto la macroeconomia è quella scienza economica che si concentra sui macro aggregati. Facendo questo cerca di elaborare le situazioni che portano a degli equilibri e quelli che causano dei disequilibri e delle crisi e come queste situazioni nefaste possono essere sanate. Per far ciò è necessario studiare anche l’intervento dello stato: questo infatti può esimersi totalmente o quasi dall’intervenire nel mercato o contribuire in modo importante (vedasi l’IRI in Italia dalla Grande Crisi alla fine della Prima Repubblica) o addirittura in maniera totalitaria come nel comunismo.

Lo stato può inoltre intervenire per gestire l’inflazione (attraverso le banche centrali) e la disoccupazione (attraverso delle politiche espansive o addirittura assumendo i disoccupati) o anche attraverso politiche di espansione economica (immettendo così nuove risorse nel mercato).

La macroeconomia però non si limita solamente agli studi delle varie politiche statali, infatti analizza anche, ad esempio, l’insieme delle produzioni di beni e servizi realizzate da un paese. Questo insieme è definito come produzione interna lorda (in sigla Pil). Attraverso questo aggregato è poi quindi possibile analizzare le economie di diversi paesi, degli scambi tra diversi stati. Inoltre, vengono anche studiati gli effetti sulle economie dell’apprezzamento di una valuta, sia sul mercato nazionale che internazionale.

Gli esempi fatti poco fa non sono altro che alcuni degli svariati ambiti di studio della macroeconomia.

Cosa sono i modelli economici

La macroeconomia, come la microeconomia, si basa sullo studio di alcuni modelli economici. Sorge spontaneo però chiedersi: “cosa sono i modelli economici”? I modelli economici non sono altro che una rappresentazione semplificata dell’economia, sviluppati attraverso l’uso di formule matematiche ed equazioni e grafici. Il modelli economici non rappresentano quindi alla perfezione il mercato analizzato, ma si limitano a fornirne una rappresentazione semplificata, che ci permette di analizzarla e comprenderla meglio.

Per rappresentare e comprendere la realtà i modelli economici utilizzano sia variabili endogene (ovvero spiegate dal modello), sia variabili esogene (ovvero considerate come prestabilite o influenzabili dal governo attraverso delle politiche economiche).

crisi macroeconomica

Principali scuole di pensiero

Le due principali scuole di pensiero sono le seguenti:

  • la scuola liberista (anche conosciuta come classica): che crede che il mercato sia in grado di funzionare con efficienza senza un intervento statale;
  • la scuola keynesiana: che crede che il mercato non sia in grado di funzionare con efficienza senza un intervento statale.

La legge chiave per la scuola liberista è la legge di Say, che prevede che, alle dovute condizioni, l’offerta genera domanda. Questo comporta che il mercato non avrà un eccesso di offerta a seguito di una sovrapproduzione e che il mercato si autoregolerà in base alle fluttuazioni dei prezzi. Keynes, l’ideatore delle teorie Keynesiane, criticò fortemente queste teoria e propose, tra il resto, che lo stato dovesse sopperire alle carenze sistemiche attraverso delle operazioni a sostegno dell’economia, in quanto una riduzione della domanda porta a una crisi di mercato. Keynes, nella scrittura delle sue teorie, fu fortemente condizionato dalla Grande Crisi del 1929 (causata da un eccesso di produzione, superiore alla domanda di beni) e dalla lunga decrescita dell’economia americana.

Ulteriori scuole di pensiero macroeconomico

Sulla base degli errori riscontrabili in entrambe le teorie ed analizzando nuove idee e tematiche, negli anni gli studiosi della macroeconomia hanno elaborato delle nuove teorie. Sono così nate, ad esempio:

libro macroeconomia
  • la scuola monetarista, fondata da Milton Friedman, che si focalizza sull’importanza della moneta immessa nel sistema economico ed analizza gli effetti che il variare della quantità della valuta causano;
  • la scuola neo-classica che corregge alcune imperfezioni delle teorie liberiste alla luce degli errori evidenziati dai keynesiani, accettando che nel breve periodo si possano verificare delle situazioni di squilibrio, ma che nel lungo periodo l’economia tenda al pieno impiego;
  • la nuova economia classica: in forte contrasto con le teorie keynesiane e all’intervento attivo nell’economia da parte dello stato. Questa scuola è condizionata da dei seguace della teoria monetarista di Friedman.
  • la scuola post-keynesiana: questa scuola segue le teorie keynesiane, approfondendole ed integrandole.
  • la teoria austriaca del ciclo economico: fortemente contraria al ruolo attivo recitato dalle banche centrali che influenzano negativamente l’economia intervenendo sui mercati, attraverso la manipolazione dell’inflazione e del tasso di interesse e operando investimenti errati.

Differenza tra microeconomia e macroeconomia

Per definire la differenza tra la microeconomia e la macroeconomia è necessario definire il concetto di microeconomia. La microeconomia è la scienza che studia il comportamento delle singole persone e di come l’insieme di questi comportamenti influenzi l’economia. L’insieme di tutti questi comportamenti degli attori che operano nel mercato genera la macroeconomia. Il confine tra la microeconomia e la macroeconomia si sta però sempre più diluendo col passare degli anni. Questo perché per approfondire le dinamiche degli aggregati economici è necessario analizzare i mercati e la loro composizione e quindi la microeconomia. Bisogna però notare che, rispetto alla microeconomia, la macroeconomia usa un livello di aggregazione maggiore e quindi le approssimazioni sono più importanti.

grafico macroeconomia

Conclusioni

Nel corso di questo articolo abbiamo indagato le principali teorie macroeconomiche e gli attori studiati dalla macroeconomia. Riassumendo possiamo vedere la macroeconomia come lo studio delle decisioni prese dagli aggregati economici e degli effetti delle politiche messe in atto dagli stati a sostegno del prodotto interno lordo, del reddito, delle famiglie e delle imprese. A differenza della microeconomia infatti il focus non è sul singolo attore che opera nel mercato, ma sulla collettività degli operatori.

Con questa piccola analisi speriamo di avervi interessato alla macroeconomia, una scienza umana interessantissima che merita sicuramente uno studio approfondito in quanto permette la comprensione di numerosi fattori della realtà che ci circonda.

Per approfondire

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